L'ANALIZZATORE SYSMEX XE 2100 NELLA REALTA' CLINICA
A cura di: Paolo Danise (Lab. Analisi Osp. Umberto I NOCERA INFERIORE (SA)
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Introduzione
Il panorama degli analizzatori ematologici oggi disponibili sul mercato mostra una generale ottima capacità di fornire i parametri emocitometrici classici ed una diversificazione basata a grandi linee sulla velocità di lavoro, sul software di gestione e sulla capacità di fornire parametri e valutazioni aggiuntive.
Su quest'ultimo aspetto si sofferma sovente la motivazione di vendita delle ditte produttrici e l'attenzione degli utilizzatori che identificano una serie di informazioni che possano essere trasmesse ai clinici.
Il processo di trasmissione e di reale utilizzo delle informazioni è tuttavia estremamente difficoltoso nella realtà operativa. La pratica del laboratorio di ematologia è infatti costellata di dati e parametri che non sono riusciti ad emergere dalla sfera analitica, restando oscuri o addirittura ignoti ai clinici che costituiscono comunque il banco di definitiva accettazione o rifiuto, pur essendo oggetto di pubblicazioni scientifiche e culto da parte dei medici di laboratorio (algoritmi matematici discriminanti fra anemia sideropenica e tratto talassemico, RDW, parametri accessori piastrinici, ...).
Partendo da queste considerazioni l'esperienza effettuata con l'analizzatore Sysmex XE 2100 è stata orientata proprio nell'ottica di verificare quanto di più questo strumento può fornire al clinico in contemporanea ad un corretto esame emocromocitometrico tradizionale.
Lo strumento è stato inserito nella routine di un ospedale di medie dimensioni (500 posti letto), con un aspetto favorevole dato dalla esistenza di un gruppo di lavoro ematologico strutturato in modo da coprire gli spazi della diagnostica, dell'ambulatorio, del day hospital e della degenza ordinaria in strettissima interconnessione. Questa situazione ha consentito un immediato trasferimento dei dati strumentali alla clinica ed una altrettanto immediata valutazione della loro utilizzabilità.
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